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24Lug

La relazione medico-paziente

(tratto dalla rubrica “I Labirinti della Psyche”

presente sul sito www.scienzaesalutesilviadedonno.it

e pubblicato il 16/12/16)

La relazione medico-paziente si pone a metà strada tra una relazione di servizio e una relazione interpersonale. Essa, infatti, si focalizza su due dimensioni distinte ma complementari: il sintomo e la persona, portatrice di tale sintomo e di una serie di vissuti emotivi, psicologici e sociali.

La Consulta di Bioetica propone una definizione particolarmente esaustiva che ci permetterà di delineare meglio l’argomento che ci accingiamo ad affrontare:

“Il rapporto medico – paziente è quella particolare relazione che si instaura tra un medico (o, usando una espressione di più ampio respiro, un professionista sanitario) ed un paziente a partire da uno stato di malattia di quest’ultimo e che è caratterizzata da specifici doveri e diritti morali e giuridici. È un rapporto asimmetrico in cui la parte più vulnerabile è il paziente, il quale è dipendente dalla competenza e dal potere del medico. Generalmente questa relazione si esplica all’interno di un contesto sanitario, pubblico o privato, e solo in casi particolari in un contesto domiciliare (ad esempio in situazioni di fine vita che richiedono la presenza di cure palliative a domicilio) (www.consultadibioetica.org). 

Come è possibile evincere da questa definizione, il rapporto medico-paziente è caratterizzato da diritti e doveri specifici e si fonda su una sostanziale asimmetricità, in quanto il paziente si trova in uno stato di fragilità determinato dalla sua malattia ed è appunto a partire da tale fragilità che egli si rivolge al medico, rispetto al quale nutre particolari aspettative e bisogni.
L’ asimmetria è proprio una delle caratteristiche specifiche della relazione medico-paziente, che si associa ad altre ugualmente importanti. Infatti, venendo a mancare anche una sola delle caratteristiche che saranno descritte qui di seguito, il rapporto tra il medico e il paziente può andare incontro a controversie e difficoltà che possono anche mettere a repentaglio il corretto andamento del percorso terapeutico e la compliance del paziente.

Oltre ad essere asimmetrico, il rapporto medico-paziente è stabilmente complementare: è impossibile, cioè, invertire i ruoli che caratterizzano tale relazione

É inoltre una relazione contrattuale implicita in cui entrambi i membri hanno aspettative reciproche che li legano in una sorta di contratto e la cui violazione si traduce nella rottura della relazione stessa. Tale contratto implicito è, in parte, ben codificato e universalmente condiviso, nel senso che tutti i pazienti danno per scontato di veder soddisfatte alcune aspettative fondamentali. Tra le aspettative tradizionali dei pazienti, come riportato dall’American Board of Internal Medicine, troviamo ad esempio:

  • essere ascoltato e compreso, non commiserato nè giudicato;
  • essere considerato come persona e non come un caso clinico;
  • che il medico abbia competenze professionali;
  • essere adeguatamente informato e avere risposte comprensibili, non il silenzio o il “medichese”;
  • essere assistito e non abbandonato dal proprio medico.

La relazione tra medico e paziente, come già detto prima, si sviluppa a partire da uno stato di malattia e di sofferenza del paziente. É, quindi, una relazione centrata sull’obiettivo e, proprio per questo motivo, limitata nel tempo e nello spazio: gli orari, i luoghi e la durata delle visite e dei colloqui costituiscono i limiti principali entro cui la relazione deve svolgersi, al fine di evitare che essa possa snaturarsi e perdere di vista il proprio obiettivo, ovvero la cura del paziente.

Un’altra caratteristica importante di cui tenere conto è l’intimità. Il medico, infatti, ha accesso al corpo del paziente e, dunque, alla sua sfera più intima. Tuttavia, diversamente dalle altre relazioni intime, tale accesso è legittimato dalla specificità del ruolo del medico e, se da un lato connota come intima la relazione medico-paziente, dall’altro oggettivizza il corpo sottraendolo alla sfera del desiderio.

Il carattere intimo del rapporto tra medico e paziente è strettamente legato alla ritualizzazione del rapporto stesso, ovvero all’insieme di norme che regolano la relazione del medico con il paziente (il compenso, il camice, il setting, ecc). Proprio la presenza di tali regole fa sì che il paziente riconosca il diritto del medico di attingere alla sua sfera intima e di entrare nel suo spazio somatico, senza che egli se ne senta particolarmente offeso.

In conclusione, viste le sue particolari caratteristiche, la relazione medico-paziente richiede abilità specifiche rispetto sia alle altre relazioni di servizio sia alle relazioni interpersonali genericamente intese. Tra queste, sicuramente la capacità di comunicare adeguatamente con il paziente è di fondamentale importanza.

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Valentina Lucia La Rosa
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Valentina Lucia La Rosa

La dott.ssa Valentina La Rosa è una psicologa e psicoterapeuta, regolarmente iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia con n° di iscrizione 6491. Laureata in Psicologia Clinica presso l'Università di Enna nel 2011, nel 2013 ha conseguito il Master di I livello in "Psicodiagnostica, costruzione del caso clinico e diagnosi della struttura personologica" presso l'APA (Associazione di Psicoanalisi Applicata) di Catania, con la direzione scientifica del Prof. Maurizio Cuffaro e del Prof. Giovanni Lo Castro. Parallelamente, ha frequentato con profitto il "Corso di formazione alla diagnosi e al trattamento di Dipendenze, Anoressie, Bulimie e Obesità", tenutosi a Catania sotto la direzione scientifica del Prof. Domenico Cosenza e del Prof. Giovanni Lo Castro.Ha frequentato diversi corsi di formazione e di aggiornamento professionale e, nel 2016, ha conseguito il Master su diagnosi e trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Ha conseguito la Specializzazione in Psicoterapia ad orientamento psicoanalitico presso l' Istituto Superiore di Studi Freudiani “Jacques Lacan" di Catania, scuola di specializzazione in psicoterapia ad orientamento psicoanalitco secondo l'insegnamento dello psicoanalista francese Jacques Lacan. Cultore della materia presso l'Università di Catania, collabora alle attività didattiche della cattedra di Psicologia Clinica. Lavora come libera professionista a Catania. Per info: www.valentinalucialarosa.it
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