15Gen

Il miele: prodotto naturale delle api tutto da scoprire…

Il miele racconta
Nell’antica Grecia il miele era considerato nutrimento, bevanda medicinale e dono degli dei, ai quali veniva restituito in sacrificio. Si credeva anche che il miele fosse un alimento dotato di poteri magici, compreso quello di conservare la giovinezza e preservare i cadaveri dalla decomposizione. Alcune leggende narrano che le api sono nate dal pianto di Amon-Ra, divinità egiziana, o dalle lacrime di Cristo. Inoltre, Napoleone, quando divenne imperatore, fece dell’ape un simbolo di immortalità e resurrezione, per il popolo francese.

Aspetti qualitativi del miele
Il miele è il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da piante o parti di esse, che bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie e lasciano maturare nei favi dell’alveare. La sua composizione è alquanto variabile e dipendente da diversi fattori quali: specie botanica, natura del suolo, andamento climatico, tecniche apistiche impiegate, ecc. Mediamente il miele contiene: carboidrati (80%), acqua (18%) ed altre sostanze come acidi, lattoni, sali minerali, sostanze azotate (proteine, amminoacidi), vitamine e sostanze aromatiche.

Conservazione del miele
Come altri prodotti naturali, il miele è soggetto a modifiche di tipo chimico e biologico che ne alterano il valore nutrizionale e le proprietà sensoriali. I trattamenti termici e l’invecchiamento sono tra le principali cause di alterazione; il riscaldamento eccessivo conduce alla distruzione degli enzimi ed alla perdita di sostanze volatili, con aumento dell’acidità e dell’intensità del colore.

Studi scientifici sulla qualità del miele
Uno studio condotto su mieli fermentati ha dimostrato un’elevata biodiversità microbica dei mieli, ciascuno dei quali rappresenta un microhabitat a se stante, risultato di complesse pressioni selettive ma anche della casualità. La fermentazione del miele, processo del tutto analogo alla fermentazione alcolica del vino, genera produzione di alcol, anidride carbonica ed altri prodotti minori, in quantità proporzionale al contenuto di zuccheri fermentati. In presenza di ossigeno, anche nel miele, l’alcol può essere ulteriormente convertito in acido acetico. I microrganismi comunemente riscontrati nel miele sono i lieviti e batteri sporigeni provenienti dall’ambiente di lavoro e dal sistema produttivo. Lo studio in questione, condotto su miele di acacia ed eucalipto, ha riscontrato la presenza di alcune specie di lieviti. In particolare, si è constatato che la presenza di una specie dominante è determinata dalla forte pressione selettiva che ogni tipologia di miele oppone sui microrganismi presenti.
Un altro studio ha evidenziato che la qualità del miele viene alterata dall’uso di pesticidi e antibiotici. Negli ultimi anni il miele ha subito gli effetti dell’industrializzazione e dell’evoluzione della produzione agricola, da cui può derivare una contaminazione da sostanze pesticide e inquinanti. A questo si aggiunge l’insorgenza di malattie delle api che comportano la necessità di somministrare agli alveari sostanze farmacologiche attive per il controllo delle patologie, che possono lasciare nel miele residui indesiderati. I residui vanno ad influenzare negativamente la genuinità e la salubrità in relazione ad eventuali problemi di tossicità.
Dai numerosi studi presenti in letteratura, emerge che un miele ottenuto con processi tecnologici che non ne alterano la qualità nutrizionale e sensoriale e non contenente pesticidi e antibiotici, debba essere considerato come un prodotto naturale di eccellenza perché, oltre a soddisfare il gusto e fornire nutrimento, costituisce anche un rimedio naturale, un unguento contro alcune patologie e quindi un elisir di lunga vita per il benessere dell’organismo umano.

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